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  • Immagine del redattoreSara Piccolo Paci

Donatello a Palazzo Strozzi


Come sempre, Palazzo Strozzi non delude.

La mostra su Donatello (1386ca. - 1466) è ricca di opere d'arte raffinatissime, confronti, temi di riflessione e bellezza.


Oltre a proporre un ricchissimo ventaglio di opere di Donatello, dei suoi allievi e seguaci e dei suoi contemporanei (oltre 130 opere), la mostra consente di collocare finalmente al posto che gli compete questo artista poliedrico e geniale: tra i protagonisti assoluti del Rinascimento.


1439ca., Donatello e aiuti, Spiritello, dalla Cantoria (?) del Duomo di Firenze


Non che prima non ne fossimo a conoscenza, ma questa esposizione permette di testare di prima mano le conquiste di pensiero, le influenze, le innovazioni e la consapevolezza di questo grande artista.


Non in ultimo, la mostra consente anche di gettare uno sguardo nella moda contemporanea al grande maestro.

Ci sono opere che possono essere ammirate anche da questo punto di vista: la Madonna con Bambino di Giorgio Schiavone (1456-1461ca.), ad esempio, mette in evidenza una gamurra con allacciatura anteriore piuttosto interessante, e dettagli come la chiusura del mantello, la fascia bianca in vita - reale e simbolica, allo stesso tempo - l'acconciatura, con velo e quello che appare essere un grande cappuccio del mantello.

Se poi osserviamo con attenzione, anche nei dettagli, le opere dei grandi maestri rivelano sempre cose interessanti.

Un esempio è la piccola scultura di Jacopo della Quercia, una Madonna con Bambino seduta su uno scranno, il cui panneggio è davvero un capolavoro, incluso il bordo ornato con un'elaborata scritta pseudo-cufica e frange.

Jacopo della Quercia, Madonna col Bambino, Castello di Gallico, Asciano, Coll. Salini


Ancora a questo riguardo, tra le opere che colpiscono il nostro immaginario vi è una bella Madonna col Bambino di Marco Zoppo, in prestito dal Louvre, che sfoggia una gamurra le cui maniche e l'apertura anteriore sono ornate da una sfilza di perlescenti bottoncini. Apparentemente sembrano perle, ma ad una osservazione più accurata potrebbero essere invece piccoli bottoni metallici. Qualsiasi cosa siano invitano alla ricerca e ad uno sguardo non superficiale ;-)


Donatello vive nel periodo di transizione artistica e sociale tra la fine del Trecento e la prima metà del Quattrocento: le sue opere riflettono queste trasformazioni e anticipano spesso soluzioni formali e tecniche che avranno grande successo, come l'abile uso dell'altorilievo, dell'alto e del basso rilievo, fino allo schiacciato, ma anche nuove soluzioni figurative che avranno grande successo nei secoli a venire.

Perfettamente immerso nella nuova realtà che si andava formando, tra umanesimo e nascente consapevolezza scientifica, l'artista reinterpreta e aggiorna l'arte del suo tempo introducendovi una nuova dimensione psicologica e scoperte matematiche come la prospettiva.

I suoi Gesù Bambino, i suoi Angioletti, gli Spiritelli sono vivi e vitali: sorridono, gesticolano, inteneriscono, 'respirano',

quanto mai altri artisti prima di lui erano stati in grado di farci percepire.


1435-40, Donatello, Amore-Attys, Bargello, FI


Nel guardare le sue opere, per la prima volta riunite assieme con tanta abbondanza e suddivise per temi, si comprende quanto Donatello sia stato coinvolto dall'umanità che aveva intorno. Ha osservato espressioni, gestualità e movenze di donne, bambini, uomini e vecchi, apprezzandone emozioni e atteggiamenti e riuscendo a mettere in luce l'aspetto più vitale di ciascuno.

La scultura è per Donatello un vero e proprio linguaggio e il curatore della mostra, Francesco Caglioti, sottolinea quanto proprio questa tecnica artistica sia stata il vero motivo trainante delle innovazioni rinascimentali, più di quanto ipotizzato fino ad ora.

Tra le sue caratteristiche, proprio l'abilità nell'utilizzare materiali diversi (marmo, terracotta, bronzo, pietra, legno, stucco, cartapesta, rame sbalzato, paste vitree...) con eccezionali risultati, che uniscono la creatività con la ricerca tecnica, sempre sfidando mode e gusti del suo tempo, alla continua ricerca di qualcosa di più e di diverso.

In questo continuiamo a percepire la sua modernità.


Anche quando le sue qualità tecniche non sono sempre all'altezza di altri suoi contemporanei - penso alla lavorazione del bronzo per il S. Ludovico di Tolosa,

ad esempio, ben spiegato in mostra - Donatello riesce a trovare soluzioni spiazzanti e d'effetto.


1423-25, Donatello, San Ludovico di Tolosa, Museo dell'Opera di S.Croce, FI


Francesco Caglioti sottolinea la vocazione monumentale dell'arte di Donatello, sia nelle sue opere a grandi dimensioni ma anche quando realizza oggetti piccoli.


Questa mostra ci consente di comprendere e apprezzare le abilità del maestro, mettendo a confronto numerosissime opere fino ad oggi distanti tra di loro.

I prestiti da importanti musei internazionali sono infatti numerosi e le opere non sono solo quelle presenti in Firenze o in Italia, ma provengono dalla National Gallery of Art, Washington, dal Museum of Fine Arts, Boston, dal Victoria & Albert Museum, Londra, dal Metropolitan di New York, dal Louvre di Parigi, dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, e in collaborazione con gli Staatlichen Museum di Berlino.

Insomma, un'occasione da non perdere per apprezzare in un colpo d'occhio tutta la straordinarietà dell'opera di uno dei grandi protagonisti del Rinascimento.








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