
E' notizia di oggi che la Turchia ha rinunciato alla Convenzione di Istanbul, ratificata da 34 paesi proprio ad Istanbul nel 2012, con l'intento di prevenire e combattere la violenza contro le donne, e difendere le donne dagli abusi e dalla violenza, sia in casa che fuori.
L'attuale ministro turco della famiglia, Zehra Zumrut Selcuk, sostiene che la Carta "lede l'unità familiare e incoraggia il divorzio", mentre i diritti delle donne "sono già garantiti dalla legislazione".
Ma in Turchia muoiono tre donne al giorno per violenze, e la scia di sangue sembra non fermarsi.
Com'è possibile che ancora oggi "morale" e "religione" siano armi da usare contro qualcuno?
E non vale neppure sostenere che sono solo le "religioni degli altri" ad essere "ingiuste", perché purtroppo da questi "meccanismi" nessuno è esente. Anche nel mondo cristiano i diritti delle donne sono stati spesso osteggiati e negati, per secoli, giustificando abusi e vessazioni spesso con motivazioni analoghe a quelle che abbiamo sentito al telegiornale di oggi.
Ma è davvero qualcosa che "è scritto" ?
Come sapete l'argomento "Bibbia" e la storia del pensiero cristiano mi appassionano.
Aldilà delle facili polemiche e delle recriminazioni che si possono fare quando si affrontano certi temi e la storia della Chiesa, ieri e oggi, i testi di per sé e l'evoluzione dei commenti che sono stati fatti su di essi sono molto interessanti ... e spesso, parlano più di noi, oggi, che del passato.
O, per meglio dire: nel corso del tempo molte sono state le letture che sono state fatte sui testi sacri, e queste letture spesso dicono più sul tempo in cui sono state fatte che non sui significati autentici del testo stesso.
Per questo trovo sia molto utile esplorare a nostra volta i testi, sfrondandoli dalle sovrapposizioni del tempo e cercando di capire la dimensione spirituale per la quale si è sentita la necessità di tramandarli.
Certo, anche in questo caso si tratta di interpretazioni, e anche in questo caso interpretazioni che si nutrono del contesto in cui viviamo. E allora, dove è la novità?
La novità è che la Bibbia è un testo "vivo" proprio per questo motivo. Come ciascun essere umano non finisce mai di imparare, anche l'umanità non finisce mai di imparare e, a ben pensarci, è caratteristica molto moderna, come quella degli artisti contemporanei che lasciano a chi guarda la possibilità - e perfino il compito - di trovare il senso intimo delle loro opere.
In questo senso, la Bibbia è anche un testo molto contemporaneo.
Poiché il tempo della Pasqua si avvicina ho pensato di condividere con voi una riflessione sul contesto sociale in cui vive e opera Gesù di Nazareth, ed in particolare nelle relazioni con le donne.
Può sembrare strano, ma non era insolito che già nell’Antico Testamento le donne potessero ricoprire anche ruoli importanti (giudici, profetesse). Tuttavia, ciò che è notevole nel caso delle donne del Nuovo Testamento è proprio la “normalità” delle situazioni in cui le donne ascoltano e parlano con il Cristo, e tra i seguaci di Gesù troviamo subito molte donne.
La frequenza della presenza femminile nel primo cristianesimo ed anche negli episodi della vita di Gesù, ci fa capire come le donne avessero un ruolo importante nella Chiesa delle origini.

Lo stesso Paolo, che in altre occasioni non brilla per femminismo, nella Lettera ai Romani saluta per nome ben dieci donne, tra le quali Febe che è presentata come diàkonos e Giunia come apostola. Le donne sono una costante nelle Lettere dell'apostolo e ciascuna è ricordata per i meriti che ha, per l'opera che svolge per la fede e con affetto, a testimonianza di un ruolo molto attivo e riconosciuto delle donne nel primo cristianesimo.
Tuttavia, la società del tempo è sostanzialmente patriarcale: patriarcale il mondo romano e quello greco che la circondano e nel quale il cristianesimo si sviluppa e cerca affermazione.
Questo avrà grande influenza nella costruzione del mondo cristiano, finendo per soffocare nei secoli il ruolo delle donne.
550 sec., donna con offerte di frutti, Monte Nebo, Giordania

Ma proprio l'insistenza con cui le donne sono presenti e ricordate nei Vangeli, le molte occasioni in cui Gesù affronta temi importanti proprio nel parlare con loro (la Samaritana, la donna adultera, la vedova di Nain), le riflessioni che scaturiscono dalle angosce e dai sentimenti delle donne (la donna malata di emorragia, Marta e Maria alla morte di Lazzaro) ci fanno capire che per Gesù la donna è una presenza irrinunciabile, e non solo per la nascita "da donna".
1000-1025, Cristo e l'adultera, Evangeliario, Darmstadt, Landesbibliothek, Cod. 1640, fol.171. Colonia
Questo ha costretto nei secoli anche i più misogini a rifletterci sopra, costantemente, con momenti di apertura e altri di chiusura al ruolo delle donne nella società, portando lentamente ma con costanza allo sviluppo di un pensiero più aperto al riguardo.
Non dimentichiamo che, di fondo, l'inferiorità delle donne nelle società patriarcali è una questione di sfruttamento economico: se una persona "vale di meno" la puoi pagare di meno o addirittura non pagare proprio per il lavoro che fa, a vantaggio di pochi. Non si tratta di "valori" religiosi, ma di semplice denaro. Al costo di molta sofferenza.
Ma se fai riferimento a valori universali, scopri che l'eguaglianza è un diritto che poco per volta consente a tutti di diminuire la sofferenza, ed è quello verso cui Gesù - e tutti i grandi mistici di ogni tempo e luogo - costantemente indirizza chi lo ascolta.
Se oggi le donne occidentali possono sperare in un futuro di eguaglianza lo devono probabilmente proprio all'insistenza con cui Gesù si è rivolto sistematicamente anche a loro, dando loro una voce che altrimenti non avrebbero avuto e costringendo a riflettere ed interrogarsi anche i moralisti più accaniti.
Per questo motivo, lunedì sera, 22 marzo, parleremo di una delle donne più complesse dei Vangeli, quella Maria di Magdala la cui sola esistenza è un puzzle dalle molte sfaccettature. La sua figura è stata d'ispirazione per molte storie dai molti significati: ne vedremo assieme qualcuna...
Vi aspetto.
Immagine in alto: XI secolo, Maria di Magdala, ms.227, f.27, Le Mans, Biblioteca Municipale
Per approfondire:
E. Bianchi, Gesù e le donne, Edit. Einaudi, Torino 2016
S.Paci Piccolo, Le Vesti del Peccato, Eva. Salomè e Maria Maddalena nell'arte, Ancora, Milano 2003
C. Pedotti, Gesù, l’uomo che preferiva le donne, Traduzione italiana di Andrea Zucchetti, Rizzoli Libri, 2020
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