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  • Immagine del redattoreSara Piccolo Paci

Marzo, 8 - Gomer, storia di una donna difficile


È forse insolito ricordarlo, ma oltre alla presenza maschile la Bibbia è ricca anche di una numerosa schiera di donne, ciascuna delle quali contribuisce a rendere chiaro il senso degli avvenimenti e del messaggio che viene trasmesso.

La lista è lunga, e giusto per limitarci alle più famose potremmo ricordare Eva, Sara e Hagar, Lea e Rachele, Rachab, Debora, la figlia di Jefte, Gomer, Dalila, Ruth e Noemi, Anna, Abigail, Betsabea, la regina di Saba, Giuditta, Ester, Susanna, Elisabetta, Erodiade e Salomè, Maddalena o Maria di Magdala, Marta e Maria, Maria


Gomer e Osea, Liber Floridus, XII sec.

Bibliothéque National, Paris



Alcune sono funzionali alla storia dei loro parenti maschi, ma altre sono protagoniste per conto loro.

Il fatto stesso che i loro nomi, le loro storie, le loro angosce e la loro forza hanno trovato spazio nel testo sacro per essere tramandate, conferisce loro la stessa dignità ed importanza dei corrispondenti maschili.

Cos'è la Bibbia, in effetti? Da millenni ci interroghiamo sui significati più reconditi delle storie che contiene: alcune sembrano facili da capire, seguono dinamiche che ci sembrano conosciute, altre ci lasciano perplessi, altre ancora sono proprio difficili da digerire e ci si chiede perché anche quelle fanno parte della storia sacra.

Non ci sono, infatti, solo le storie dei "vincitori" e neanche solo quelle di chi "si comporta bene". Spesso, perfino gli eroi mostrano qualche incrinatura - penso a Davide, giovane eroe, poi re vittorioso che si perde dietro agli occhi di una bella donna, Betsabea (che è del tutto inconsapevole), fino a far sì che il marito di lei muoia in battaglia in modo da poterla avere.


1951, locandina del film David e Betsabea, con Gregory Peck e Susan Hayward, regia di Henry King, 20th Cent. Fox Old


Oppure a Sara, la moglie di Abramo, che nonostante Dio stesso le garantisce che avrà un figlio, sorride in cuor suo e non ci crede (Isacco, il nome del figlio tanto atteso, significa "risata", e ricorda sia la vulnerabilità di Sara, sia l'allegria che porta un figlio).


E tuttavia, è proprio nelle apparenti illogicità che si possono invece trovare insegnamenti profondi, perché la vita non segue mai le aspettative, e le soluzioni più strane meritano spiegazioni e riflessioni specifiche.

Per questo la presenza delle donne - anche quelle più anticonvenzionali - è implicita e necessaria alla narrazione ed alla comprensione della Bibbia. Poi possiamo discutere su quanto le società patriarcali che si sono succedute nel corso dei secoli ne abbiano stravolto o minimizzato il ruolo. Ma, proprio perchè la storia biblica include molte cose diverse e tutto il campionario di quello che comporta essere umani, il lato femminile non può esserne scisso e - probabilmente con grandi difficoltà da parte dei misogini più accaniti - rimane parte imprescindibile della narrazione.


Non scordiamo che nella Bibbia - come nella vita - anche le storie apparentemente più semplici e quotidiane possono contribuire alla comprensione di significati profondi: ogni narrazione acquista un vero significato quando lo si colloca nella sua giusta prospettiva.


Ed ecco dunque che il contributo di donne "complicate" come Gomer - la prostituta consacrata a Baal di cui si innamora il profeta Osea - hanno contribuito a far guardare a fondo dentro al cuore di ognuno che ne ha letto la storia.


Se non la conoscete, ve la riassumo:

Siamo nell'VIII-VII secolo a.C. e sono ancora diffusi culti dedicati a divinità diverse, tra cui Baal, il dio cananeo della fertilità. Osea si innamora di Gomer, ricambiato. Ma la donna svolge una professione certo non facile da accettare: è una prostituta sacra, facente parte delle sacerdotesse che offrivano il proprio corpo ai pellegrini per ripetere l'unione sacra tra Baal e Astarte.

Nonostante tutto, Osea e Gomer si sposano ed hanno anche tre figli, ma il matrimonio incontra delle difficoltà.

Forse Osea non accetta davvero il passato della moglie, forse lei non si sente a suo agio nella nuova situazione dove sarà stata certamente malgiudicata, e i pettegolezzi dei vicini si saranno sprecati.

Gomer lascia Osea e torna alla vita precedente.

E qui, la storia entra nel vivo, perchè Osea, marito tradito, ha dalla sua parte la Legge e potrebbe uccidere la moglie per adulterio.

In effetti le parole che pronuncia contro di lei, davanti ai suoi stessi figli, sono terribili:

"Accusate vostra madre, accusatela, perché essa non è più mia moglie e io non sono più suo

marito! Si tolga dalla faccia i segni delle sue prostituzioni e i segni del suo adulterio dal suo

petto; altrimenti la spoglierò tutta nuda e la renderò come quando nacque e la ridurrò ad

un deserto, come una terra arida, e la farò morire di sete" (Os 2,4-5)


Ma qualcosa accade dentro di lui e Osea comprende che la vendetta non è la strada da percorrere: è una strada vuota e senza futuro. E allora cambia idea.

"Perciò, ecco, la attirerò a me, [...] E avverrà in quel giorno che mi chiamerai: Marito mio,

e non mi chiamerai più: Mio padrone [...] Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa

nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell'amore" (Os 2,16-21).

Forse la chiave per comprendere questa storia è proprio nelle parole di Osea:

"non mi chiamerai più "mio padrone", ma "marito mio".

Non un rapporto di dipendenza ci deve unire, ma di accettazione e di eguaglianza.

(Da notare che questo racconto ha qualcosa come 2700 anni, anno più anno meno...)

Maestro della Bibbia di San Corradino, Gomer e Osea, XIII sec.,


Perchè l'amore davvero ci rende uguali e per amore dobbiamo capire e andare incontro alle complessità dell'altro/a, capirne le incertezze, le vulnerabilità, il dolore.

E, per amore, ti devo conquistare, non sottomettere.


Con l'augurio che questo giorno che celebriamo, l'8 Marzo, Festa delle Donne, sia la festa di tutti quelli che decidono, con coraggio, di guardarsi dentro.



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