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  • Immagine del redattoreSara Piccolo Paci

Gli Etruschi di Larissa


Ho conosciuto Larissa Bonfante negli anni ’80, quando, ancora studentessa, per l’esame di Etruscologia, il Prof Giovannangelo Camporeale mi propose di presentare all’esame il suo libro, Etruscan Dress”, uscito pochi anni prima (1975).

Ovviamente, il libro era in inglese e fu per me la prima esperienza di traduzione totale di un testo: per passare un esame questo e altro ;-D

Ma la cosa non finì con l’esame. Dopo qualche tempo, ebbi modo di conoscere personalmente Larissa, persona squisita oltre che grande studiosa. Negli anni ci siamo tenute in contatto e addirittura Larissa aveva pensato a me per un’eventuale traduzione italiana di “Etruscan Dress”, che purtroppo non ebbe seguito.


Per me quel libro fu una rivelazione. Come toscana ho sempre amato il mondo affascinante degli Etruschi, ma trovare uno studio specifico che riuniva due delle mie passioni l’abbigliamento E gli Etruschi fu davvero una cosa coinvolgente!

In effetti, attraverso le immagini e i ritrovamenti archeologici abbiamo moltissime informazioni sul modo di abbigliarsi degli antichi Etruschi e tuttavia lo studio specifico sugli abiti etruschi è piuttosto recente[1].

Per chi non lo conosce ancora, vi informo che nel 2003 la John Hopkins University Press decise di ripubblicare il libro[2], che era ormai del tutto introvabile. Larissa decise di non rieditare il libro – troppo complesso – ma di fornire una bibliografia aggiornata per guidare i lettori negli avanzamenti degli studi tra la prima pubblicazione e la seconda.

Il libro include una tavola cronologica di comparazione tra abiti etruschi e greci ed un saggio che fa il punto sulle ricerche più recenti, soprattutto in campo tessile, ma in particolare l’abbigliamento etrusco è investigato a partire dalle stoffe e motivi tessili, con capitoli dedicati a ciascun capo d’abbigliamento – il perizoma, la cintura, il chitone, la tunica, il mantello, le scarpe, i cappelli, le acconciature e le barbe – oltre ad un capitolo sulle influenze straniere e gli stili locali.

Ulteriore elemento di valore è il fatto che i capitoli sono suddivisi per cronologia – dal periodo orientalizzante al periodo ellenistico-romano – e vengono segnalati quei problemi di interpretazione che sorgono quando si hanno fonti limitate, come nel caso della civiltà etrusca della quale abbiamo fonti archeologiche e iconografiche ma non abbastanza fonti letterarie e documentarie.

Inoltre, si segnalano anche le differenze tra abiti “reali”, ovvero abiti dei quali l’artista aveva veramente esperienza nella vita quotidiana, abiti “stranieri”, abiti che l’artista riproduce copiandoli da altre fonti o “per sentito dire” e quindi presentano spesso delle incomprensioni – di funzionalità o di logica simbolica, ed anche abiti “simbolici”, usati per rappresentare personaggi e/o ruoli specifici ma non necessariamente usati nella realtà.

Larissa esplora anche le relazioni con i Romani, che certamente hanno derivato alcuni dei loro usi e costumi rituali – oltre che abiti – da modelli etruschi, quasi tutti risalenti al VI secolo, tradizionalmente il periodo del regno dei Tarquini in Roma.


Larissa non disdegnava, infine, di interpretare e vestire panni etruschi in occasione di eventi accademici dedicati al mondo etrusco assieme ad altri colleghi, come, ad esempio, nel 2003 in occasione di un tour Etrusco guidato da lei e Laura Zurlini.

Nella foto Larissa veste i panni di Tanaquilla – la regina etrusca che insegnò ai Romani a filare – nel giardino del Museo Archeologico di Firenze, in occasione delle riprese per un documentario sugli Etruschi per Cicada Films di Londra per Discovery Channel. Con lei Roger Davidson nei panni di Tarquinio Prisco.


Nata a Napoli nel 1931, figlia di Giuliano Bonfante[3] – anch’egli nome importante negli studi di linguistica indoeuropea –, Larissa ha avuto una carriera accademica brillante (nel 1987 venne insignita del premio NYU Golden Dozen Teacher) e soprattutto è stata un vero punto di riferimento per gli studi sugli Etruschi. Arte, linguaggio, cultura, sia etrusca che romana, sono stati i suoi campi di ricerca prediletti e attorno a lei si è formata la moderna comunità americana di studiosi di etruscologia.

La sua scomparsa, nel 2019, ha lasciato un vuoto non solo negli studi, ma soprattutto nel cuore di chi ha conosciuto la sua personalità solare e la sua passione per la vita.


Parleremo di Larissa, ma soprattutto dell’abbigliamento etrusco,

questo lunedì 7 marzo h.21:00

Per iscriversi al webinar, inviate richiesta per il link attraverso il modulo di contatto del sito www.sarapacipiccolo.com


[1] Oltre ad Etruscan Dress (1975), voglio ricordare il bellissimo testo Guerriero e Sacerdote, Autorità e comunità nell’età del ferro a Verucchio. La Tomba del Trono, a cura di Patrizia VON ELES, Quaderni di Archeologia dell’Emilia Romagna 6, All’Insegna del Giglio, 2002. [2] Larissa BONFANTE, Etruscan Dress, Updated Edition, The John Hopkins University Press, Baltimore & London, 2003 [3] Sulla famiglia Bonfante ed i suoi rapporti con il mondo della cultura, segnalo il libro Bonfante. Una storia scientifica italiana, a cura di Isabella Piro e Salvo Randazzo, Cedam ed., 2019, su Pietro - eminente studioso di legge romana-, Giuliano - studioso della lingua e cultura indoeuropea - e Larissa Bonfante - studiosa del mondo classico etrusco, romano e greco.

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