
Sapete quanto mi piace muovermi tra mondi apparentemente lontani ("La Morte e la Moda" ne è un esempio ;-) ) ma penso sia ormai chiaro come i protagonisti dei videogame, delle serie TV e degli Anime più famosi siano ormai vere e proprie icone anche nel mondo della moda, quanto lo sono stati nel passato quelli dei Comics.
Chi ha detto, ad esempio, che i videogiochi siano solo per nerd?
Può ancora sembrare strano a molti, ma i videogame hanno ormai più di 50 anni
(eeeh, già! Il primo Arcade è del 1971!) e gli appassionati appartengono ad almeno tre generazioni!

Il mondo videoludico non è del resto solo un fenomeno dal respiro globale, ma un aspetto quotidiano della vita di milioni di persone, che influenza in qualche modo sia l'umore che le scelte estetiche di molti.
Videogame come The Elder Scrolls (dal 1994), Resident Evil (dal 1996), Metal Gear Solid (dal 1998), Call of Duty (dal 2003), Assassin's Creed (dal 2007), Dark Souls (dal 2011), Genshin Impact (dal 2020), o gli ormai classicissimi Super Mario Bros (dal 1990), The Legend of Zelda (dal 1991), Tomb Raider (dal 1996) Final Fantasy (dal 1987), Pokémon (dal 1996), sono entrati a far parte in modo autorevole dei riferimenti culturali di tutti noi, non per ultimo per le loro sigle musicali 1), spesso vincitrici di premi anche importanti, o per le trasposizioni cinematografiche ( ad esempio, Lara Croft, 2001, 2003, 2018) - più o meno di successo.

E così è anche dei personaggi più famosi degli Anime - pensiamo all'operazione, un po' nostalgica, del remake di Goldrake passato nei giorni scorsi in TV 2) o la lunga fortuna di serie come Dragonball (1984, 1986-1996), Lady Oscar (1979-80), Lupin III (1967, 1971-2022) fino al successo di Hello Kitty (1974) - creata nel 1974, e diventata nel tempo sia una fortunata serie di cartoni animati che protagonista di molti videogiochi e film.
E come lasciar da parte le serie TV più interessanti del momento, da "Wednesday" a "Il Trono di Spade", fino a "Dune" (2021, remake a sua volta sia di un film cult del 1984 che del romanzo, uscito nel 1965).
Naturale, quindi, che le loro immagini siano entrate di prepotenza nell'immaginario comune, attraverso i social media, le piattaforme come Prime e Netflix e le console di gioco. La loro influenza non si limita al successo delle varie saghe, ma attraverso il "corpo virtuale" - il cosiddetto avatar - riescono a dare origine a veri e propri trend e stili personali.

Ad esempio, il personaggio di Wednesday Addams ha rinvigorito un'estetica dark che nasce tra la fine degli anni '70 e i primi anni '80 in Europa e in Giappone - sia nel mondo Punk che in quello Kawaii -, ma che ha origini molto più antiche, nel sentimento romantico e nella letteratura horror ottocenteschi.
Applicato all'abbigliamento, il termine "gotico" definisce quelle tendenze che si ispirano alle atmosfere "cupe" del mondo medievale così come descritte nei romanzi sette-ottocenteschi di genere, appunto "gotico", come "Il Castello di Otranto" (Horace Walpole, 1764), "Frankestein" (Mary Shelley, 1818), fino ai racconti di Edgar Allan Poe o le poesie di Charles Baudelaire.
La moda Goth o Dark utilizza colori, accessori, outfit specifici, ispirati alle figure ed alle grafiche che vengono riconosciute dalle cosiddette "tribù" digitali e dai fandom 3) che sui social e online condividono la passione per questo o quel personaggio dai toni romanticamente macabri.

Tuttavia, nel corso dei decenni, quello che era una sorta di trend che mescolava elementi tratti dal cinema horror, dalla letteratura gotica ottocentesca, dal movimento romantico, dalla cultura sadomaso e da quella post-punk, si è trasformata in un universo multiforme dove coesistono sottogeneri diversi uniti da un'estetica un pò cupa e decadente, a tratti morbosa e riflessiva, ed allo stesso tempo molto vitale e affascinante.
Le ispirazioni all'immaginario che stiamo descrivendo non si limitano poi alle grafiche, alle stampe o alle citazioni di questa o quella serie che ci piace tanto: materiali e tessuti innovativi, tecno e/o luminescenti, tagli sartoriali e silhouette asimmetriche, strappate e scomposte, sono ormai elementi a pieno titolo della moda contemporanea, e anche le grandi brand se ne sono accorte.

Molte, infatti, sono le collaborazioni tra grandi case di moda e questo o quel videogame - penso a Lightning di Final Fantasy e Louis Vuitton, ad esempio - o di un anime - Lady Oscar e Sponge Bob per Moschino - o di una serie TV - Game of Thrones e Varvatos, o Sophie Turner (Sansa) testimonial per Louis Vuitton, e Richard Madden (Robb Stark) per Hugo Boss.
Non dimentichiamo, infine, l'aspetto economico di tutto ciò: videogiochi, anime e serie TV muovono somme considerevoli, sia in termini di pubblicità, sia negli acquisti di merchandize, gadget e accessori di abbigliamento che si ispirano a questi o quelli.
La nostra è una società che ama la trasgressione sotto varie forme, ed identifica i personaggi un tempo "di confine" e anche "difficili" come i veri protagonisti del nostro tempo instabile e drammaticamente pieno di paure.

Non più Hello Kitty, ma Kuromi , non più la "bella principessa" ma la "strega", non più "il principe azzurro" ma il vampiro "bello e dannato".
D'altro canto, spesso la "trasgressione per la trasgressione" ci forza anche ad essere diversi da come ci sentiamo di essere e ad inseguire forme e apparenze del tutto vuote.
La moda, tanto quanto i videogames, consente di esprimere identità diverse, "maschere" che scegliamo per nascondere le nostre insicurezze o per imparare a conoscerci meglio, raggiungendo una sicurezza che altrimenti forse non riusciremmo ad esternare.
E se è vero che sia la moda che i videogame - tanto quanto i personaggi di molte serie anime o TV - perpetuano stereotipi a volte sgradevoli - sui ruoli sociali, sull'età, sulla bellezza, sul genere, sull'"Altro", qualunque forma pensiamo possa avere - è altrettanto vero che tutti questi media aiutano anche a sfatare gli stereotipi stessi.
In effetti, la scelta di un avatar in un videogame è libera e ciascuno può sperimentare identità diverse - scegliere di essere un guerriero anche se siamo una ragazza, o viceversa - e riflettere su come ci comporteremmo se...
Vi sono addirittura videogame che aiutano ad elaborare traumi, così come ci sono ormai molti videogame educativi dedicati ai giovani e giovanissimi, che facilitano l'apprendimento di materie scientifiche, come la matematica e la geometria (penso a Minecraft, ad esempio).
A volte è più facile pensare che quello che vediamo e che ci circonda sia il frutto del caso e che la moda ami puntare il dito sugli aspetti frivoli o superficiali, però forse dovremmo riconsiderare questo nostro sentire, perchè spesso la "frivola" moda, proprio attraverso le sue forme più estreme, parla al nostro intimo più profondo.
1) Solo per avere un'idea, Le 20 migliori colonne sonore di sempre, secondo Manaskill, 2020 https://www.manaskill.com/notizie/20-migliori-colonne-sonore-videogiochi/
2) In effetti, l'operazione 'nostalgia' di Goldrake U non è andata benissimo, e bene lo spiega Massimiliano Ciotola in "Goldrake U, il finale: cronaca di un fenomeno mancato" https://movieplayer.it/articoli/goldrake-u-finale-cronaca-fenomeno-mancato_34567/
3) Fandom sono le comunità di appassionati che seguono assiduamente le vicende dei personaggi e dei mondi creati dalla letteratura, dal cinema, dai videogame, dai comics e dagli anime- e si scambiano informazioni al riguardo, oltre ad organizzare eventi attorno ad essi.
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